http://www.corriere.it/Primo_Piano/Esteri/2006/02_Febbraio/16/guantanamo.shtml
http://english.aljazeera.net/NR/exeres/8F9F4724-429D-4E22-BFBE-85477FAAE17B.htm
è notizia di ieri che l’ONU abbia condannato gli USA per la detenzione dei prigionieri a Guantanamo. Bè, forse condannare è una parola grossa. Cerco dei sinonimi e trovo “disapprovare, biasimare, riprovare, deplorare, censurare”.
Insomma non va bene.
Ovvio che gli USA abbiano respinto le accuse e abbiano trovato le più ampie giustificazione al trattamento dei “terroristi”. Tra virgolette perché potrebbero essere – per dire – dei commercianti come quelli sotto casa mia, senza alcun tipo di processo da più di due anni.
Quello che mi stupisce in tutto questo sono due cose:
- la sensazione di assuefazione dell’opinione pubblica, che forse ormai pensa che così va il mondo.
- La distorsione del linguaggio in questa guerra, da entrambe le parti.
Ci rifletto e poi ritorno.
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