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07 marzo, 2008

Beccalossi, Il Mio Preferito

100 Inter: Beccalossi `Quella notte in nerazzurro`
(Evaristo Beccalossi)
(AGM-DS) - 06/03/2008 17.57.35 - (AGM-DS) - Milano, 6 marzo - Evaristo Beccalossi, bresciano classe 1956, e` stato un simbolo dell’Inter tra la fine degli anni ’70 e i primi anni ’80 . Un rapporto speciale, quello fra il ‘Becca’ e la ‘Beneamata’, condito nel corso del tempo da incredibili slanci di entusiasmo e da qualche momento di incomprensione, nel pieno rispetto della regola (o del cliche`) della ‘Pazza Inter’. Una storia, quella fra Beccalossi e l’Internazionale, che inizia nel 1978, quando il ventiduenne fantasista arriva a Milano da Brescia e trascorre la prima notte meneghina indossando la casacca nerazzurra. Dopo quel momento, seguono cinque stagioni di militanza, impreziosite dalla conquista di uno scudetto (nel 1979-80, con l’Inter di Bersellini) e di una Coppa Italia (1981-82, sempre con Bersellini in panchina). Nel 1985, arrivano il passaggio alla Sampdoria e la fine del rapporto professionale con l’Inter. Il tifo, comunque, resta immutato e, dopo aver lasciato il calcio, Beccalossi, che sara` ricordato come uno dei piu` grandi numeri dieci della storia interista, si distingue, in qualita` di opinionista televisivo, come difensore (obiettivo) della causa nerazzurra. In occasione del centesimo compleanno del club di via Durini, l’ex fantasista racconta a Datasport il suo amore per l’Inter.

Beccalossi, cosa augura all’Inter per il suo compleanno?
“Tutto il bene possibile, grandi risultati. Negli ultimi anni abbiamo vinto delle cose importanti in Italia, quindi, come regalo massimo mi aspetto la Champions League”.

Che cosa rende speciale la maglia nerazzurra?
“Per chi ha avuto, come me, la fortuna di indossare solo quella a grandi livelli, e` tutto speciale. Mi ricordo il ‘bambino’ Beccalossi che arriva a Milano, a ventidue anni, indossa la maglia dell’Inter e dorme la prima notte con addosso la maglia dell’Inter. Da quel momento, l’affetto che ho ricevuto e` stato tantissimo”.

Qual e` il suo ricordo piu` bello da giocatore con l’Inter, la partita della vita?
“Mah, ci sono tante gare da ricordare, ma la cosa che ricordo piu` volentieri sono le sensazioni, il grande affetto che il popolo nerazzurro ha sempre avuto nei miei riguardi. Entrare in uno stadio come San Siro, dopo che ci sono passati grandissimi campioni, e sentire urlare il tuo nome da settantamila tifosi, penso che sia la cosa piu` gratificante”.

Da interista, e` meglio battere il Milan o la Juventus?
“Tutte e due”.

Qual e` l’undici ideale di sempre, schierandolo con un 3-4-3?
“In porta direi Zenga, in difesa Bergomi e i miti Burgnich e Facchetti, a centrocampo Javier Zanetti, Suarez, Matthaeus e Corso, in attacco Ibrahimovic, Ronaldo e Meazza”.

Da chi la farebbe allenare questa squadra, fra gli allenatori che in questi cento anni hanno portato l’Inter alla vittoria?
“Da Roberto Mancini”.

Nel suo ruolo, quali sono stati i tre interisti migliori di sempre?
“Suarez al primo posto, poi Corso, Matthaeus e Roberto Baggio”.

Come descriverebbe Massimo Moratti?
“Non c’e` descrizione, dico solo che mi sarebbe piaciuto averlo come presidente”.

Dica la verita`: l’Inter adesso vince perche` non c’e` piu` il ‘sistema Moggi’ o perche`, con tutto il rispetto, una cosa e` avere Martins in attacco e un’altra e` avere Ibrahimovic?
“Diciamo che sicuramente ora la squadra e` piu` forte, ma e` anche chiaro che non ci sono piu` certe cose, o almeno ci si augura che non ci siano piu`, e quello e` gia` un dato molto importante. Credo che quello scandalo, comunque, abbia fatto male a tutti, non solo a noi interisti”.

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