blog di fabchi.

07 marzo, 2008

Burgnich

100 Inter: Burgnich `Con la Juve il vero derby`
(Tarcisio Burgnich, Inter)
(AGM-DS) - 06/03/2008 17.50.17 - (AGM-DS) - Milano, 6 marzo - Tarcisio Burgnich, colonna dell`Inter di Herrera, non ha dubbi: `Per noi la squadra da battere e` sempre stata la Juve` . Nei dodici anni in cui ha indossato la maglia dell’Inter, dal 1962 al 1974, Tarcisio Burgnich ha vinto tutto: quattro scudetti, due Coppe dei Campioni e due Coppe Intercontinentali. L’ex difensore rivive in un’intervista esclusiva a Datasport le indimenticabili emozioni che lo hanno accompagnato nella sua avventura nerazzurra e, in occasione del centenario, rivolge un augurio speciale alla squadra di Roberto Mancini: battere il Liverpool e passare il turno in Champions. Proprio come fece lui 43 anni fa.

Burgnich, qual e` il suo ricordo piu` bello con la maglia nerazzurra?
“Direi la prima vittoria in Coppa dei Campioni a Vienna nel 1964 contro il Real Madrid, perche` e` stato il primo grande trionfo e perche` abbiamo vinto contro giocatori galattici come Di Stefano e Puskas”.

E la partita che ricorda piu` volentieri?
“La semifinale di ritorno con il Liverpool (Coppa dei Campioni 1964-65, ndr) e` stata molto sentita. All’andata avevamo perso 3-1, eravamo stati redarguiti dal presidente attraverso i giornali e ce l`eravamo legata al dito. Quando siamo andati in campo avevamo tanta rabbia ed eravamo sostenuti da un grandissimo pubblico. Ricordo quella serata come nessun’altra: lo stadio era tutto illuminato, c’erano le candele, tutti i tifosi insieme che cercavano di aiutarci. E` stata una grandissima cosa”.

C’e` qualcosa che rende speciale la maglia dell`Inter?
“Il nostro era un gruppo di commilitoni, eravamo sempre in ritiro ma non c`e` mai stato uno screzio, mai un litigio. Eravamo come una vera e propria famiglia. Credo che anche questo abbia contributo a farci ottenere i risultati. Questo e` il mio ricordo dell’Inter: tanta amicizia tra di noi, qualche scherzo e, la cosa piu` bella, mai un atto di ribellione”.

Cosa augura all`Inter per il suo centesimo compleanno?
“Certamente il passaggio del turno in Champions League contro il Liverpool, come tutti gli interisti si aspettano. Non e` facile, ma credo nelle possibilita` di questa squadra che ha le caratteristiche per riuscire nell`impresa”.

Quante possibilita` ci sono?
“Secondo me, giocando in casa, il 60-70 per cento. Ma, ripeto, non sara` semplice perche` il Liverpool e` una squadra corta e che si affida molto al gioco di rimessa”.

Quali sono stati gli interisti piu` forti di sempre?
`Credo che Suarez sia stato il primo. Sapeva gestire la palla e allo stesso tempo la sapeva distribuire. Quando arretrava, lo faceva per rubare la palla a noi difensori e gestirla. Quando ci e` mancato, come a Lisbona (finale di Coppa Campioni 1966-67 persa 2-1 contro il Celtic, ndr), nonostante il vantaggio iniziale di 1-0 abbiamo perso. E poi dico Picchi: era il giocatore che aveva in mano la squadra, sapeva gestire le marcature ed era l`uomo che ci dirigeva in difesa”.

Qual e` il suo undici nerazzurro ideale?
”Ogni epoca ha avuto grandi campioni, alcuni dei quali hanno vinto poco. Non e` detto che con tanti leader a disposizione si riesca sempre a ottenere i risultati. Ci vuole un leader, ma serve anche chi porta il peso. Per questo credo sia troppo difficile fare una formazione ideale”.

E quella di Mancini che Inter e`?
“E` una tra le grandi, ma le manca ancora qualche risultato. Nel 1960, quando e` arrivato il Mago Herrera, l’Inter ha tenuto la testa per anni: abbiamo perso un campionato allo spareggio col Bologna, un altro all`ultima giornata. Insomma, per sei-sette anni siamo sempre rimasti ai vertici. Non so quale altra squadra sia riuscita ad avere questo rendimento, forse solo la Juventus di Trapattoni. Anche in Coppa Campioni siamo andati sempre in finale tranne un anno in cui siamo stati eliminati in semifinale dal Real Madrid. Quella squadra era sempre li`, sapeva il fatto suo”.

Con quale giocatore le sarebbe piaciuto giocare?
“Ce ne sono tanti, difficile dirne uno. Di sicuro tutti vorrebbero avere in squadra un Maradona, un Pele` o un Di Stefano”.

E` piu` bello vincere contro la Juventus o contro il Milan?
“Per noi era la Juventus la squadra da battere. Con il Milan avevamo un rapporto quasi amichevole, tant’e` vero che ci si conosceva e ci si frequentava anche tra giocatori. Non c’era quell`astio che c’e` adesso. Astio che, invece, c`era con la Juventus, che era sempre quella che ci faceva soffrire di piu`. In gergo sportivo era quella la partita piu` cattiva, quella dove davi quel qualcosa in piu`”.

Un giudizio su Massimo Moratti
“Assomiglia un po’ al padre, che forse era solo un pochino piu` severo con i giocatori. Anche se a dire il vero ci aveva ripreso solo un paio di volte: prima in occasione di una sconfitta con l`Atalanta in campionato, poi dopo la famosa sconfitta di Liverpool attraverso i giornali. Per il resto non e` mai intervenuto, anche perche` Herrera non voleva che il presidente venisse davanti a noi a redarguirci: temeva di perdere il carisma che esercitava su di noi”.

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